martedì 2 dicembre 2014

Sapri: "one hit wonder" per sito risorgimentale

"One-hit wonder", ovvero cantante noto al grande pubblico per un solo, formidabile, successo. Se dovessimo utilizzare lo stesso termine, ovviamente con il dovuto rispetto, anche nella poesia, allora Luigi Mercantini sarebbe a buon diritto nella schiera di chi è ricordato per un unico exploit. Per la verità, ce ne starebbe anche un altro, ovvero quello che risuona con il "Si scopron le tombe, si levano i morti, i martiri nostri son tutti risorti" dell'Inno a Garibaldi!, ma non è paragonabile al pathos di...

Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
Me ne andavo al mattino a spigolare,
quando vidi una barca in mezzo al mare:
era una barca che andava a vapore;
e alzava una bandiera tricolore...
Sì, la Spigolatrice di Sapri, questo il grande "hit" del poeta marchigiano di Ripatransone con il suo famosissimo incipit, è qualcosa che rimane impresso nella memoria, sebbene la poesia (e anche la storia) risorgimentale sia ormai divenuta un po' obsoleta nelle italiche scuole. Al di là di ogni considerazione relativa al rivoluzionario, sfortunato e un po' velleitario tentativo del patriota Carlo Pisacane e dei suoi "trecento" di affrancare il Meridione d'Italia dalla monarchia borbonica, è strana la sensazione che si prova in quel di Sapri, ritrovando i luoghi descritti in quella poesia.
La baia di Sapri (Campania) teatro della sfortunata spedizione di Carlo Pisacane
E' una cittadina nell'estremo lembo della Campania, al confine con la piccola porzione di Basilicata tirrenica, raccolta in una baia accogliente e piena di sole. Su uno scoglio, lo Scialandro, una sinuosa statua in vedetta rappresenta quella "spigolatrice", povera lavoratrice dei campi,
La statua che rappresenta la "Spigolatrice di Sapri"
scelta per il "punto di vista" del poeta. E' un vero contrasto, quello che associa questo paesaggio tanto accogliente (con acque limpide segnalate dalla "bandiera azzurra", proprio vicino alla statua) all'epica tragicità di quella poesia...
...Mi feci ardita, e, presol per mano,
 gli chiesi: «Dove vai, bel capitano?»
 Guardandomi, rispose: «Cara sorella...
vado a morir per la mia patria bella»...
Un luogo risorgimentale "strano" (anche se la località dello sbarco non fu precisamente qui) molto diverso da altri, dove sacrari, ossari, lapidi e altro, introducono il visitatore nell'atmosfera di una storia quasi percepita "in bianco e nero".
Nel 1952 anche un film prese spunto dalla vicenda di Sapri
Difficile pensare a quell'estate del 1857, quando la morte di quei giovani si abbracciò a una natura benevola: un connubio stridente cui spesso non si fa caso, ripensando a guerre o battaglie. Sensazione colta in pieno in tempi moderni in un'altra indimenticabile poesia in musica, la
Guerra di Piero, di un artista, certo non "one hit wonder", come Fabrizio De Andrè...
dormi sepolto in un campo di grano 
non è la rosa non è il tulipano
 che ti fan veglia dall'ombra dei fossi 
ma sono mille papaveri rossi”

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