martedì 9 marzo 2021

SUI MURI... IL "PICCOLO MONDO ANTICO" DI MAGGIORA

… Ma il padrone della Tabaccheria s’è affacciato sulla porta e vi è rimasto./ Lo guardo con il fastidio della testa piegata male e con il disagio dell’anima che sta intuendo./ Lui morirà ed io morirò./ Lui lascerà l’insegna, io lascerò dei versi. A un certo momento morirà anche l’insegna, e anche i versi./ Dopo un po’ morirà la strada dove fu stata l’insegna, /e la lingua in cui furono scritti i versi…” A Maggiora (Novara), presso piazza Caduti, appare un’antica insegna, più unica che rara, che così recita: “Regia vendita di sale e tabacco”… o meglio, si intuisce che così reciti, visto che la scritta pare non si sottragga al destino descritto nella poesia “Tabaccheria” di Álvaro De Campos, uno degli eteronimi dello scrittore portoghese Fernando Pessoa.

In ogni caso un’epigrafe che riporta a tempi antichi, quando prima il Regno di Sardegna e poi il Regno d’Italia assunsero la produzione e la distribuzione di sali e tabacchi in regime di monopolio con l'obiettivo di massimizzare i proventi dello sfruttamento delle connesse attività economiche a favore dello stato. Dal 1862 il monopolio fu gestito tramite la Direzione generale delle gabelle, che derivava del resto dall’omologa struttura preunitaria sabauda: da essa dipendevano anche i servizi delle dogane, delle manifatture di tabacchi, delle saline, dei dazi di consumo e il corpo della Guardia doganale, divenuto, nel 1881, Guardia di Finanza. La memoria di una “privativa”, quella di Maggiora, che ci riconduce a remote atmosfere di un appartato borgo di collina dove… facendo pochi passi più in là in piazza, si trovava un negozio dove avremmo potuto acquistare tutto quel poco utile a soddisfare parchi bisogni. Altra insegna, anche questa solo parzialmente leggibile, al di sopra di un umile portoncino in legno, riporta infatti l’iscrizione “Chincaglieria e commestibili”.

Una commistione merceologica di tempi andati quando in esigui negozietti si poteva trovare un po’ di tutto, comprese quelle “chincaglierie”, parola anch’essa obsoleta, un francesismo (“quincaillerie”) che indentifica genericamente qualsiasi piccolo oggetto di uso domestico o cianfrusaglie varie. Davvero atmosfere d’antan rinforzate, girato l’angolo, da un’altra porticina chiusa sormontata da una scritta, “Monte di pietà - Opera Pia Antonelli”, là dove si poteva accedere a un piccolo prestito per le esigenze della quotidianità in cambio di un pegno.

Una tranquilla esistenza di paese, che avrebbe potuto essere scossa da vicende generali e incombenti, una delle quali è testimoniata da un eloquente e fatidico motto che, parzialmente coperto, ancora compare nel centro di Maggiora: “L’Italia desidera la pace ma non teme la guerra”.