mercoledì 4 ottobre 2023

Le sorprese del Matese e la visita "elettrica" del principe Umberto di Savoia

Zelanti arcipreti, aromi celestiali  e capolavori barocchi... Un inizio autunno 2023 più caldo che mai, direi estivo, mi ha condotto in un lembo d'Italia a me finora sconosciuto e un po' discosto... nel senso che bisogna proprio volerci andare, posto com'è al di fuori da qualsiasi classico itinerario "di passaggio" e abbastanza lontano da vie di comunicazione importanti. Stradine da percorrere slowly, paesini solitari da scoprire e natura bucolica, insomma... un mix che mi cattura sempre. Il Matese - propriamente un massiccio montuoso - identifica in sostanza una regione compresa tra Molise e Campania. Il giro ha toccato le province di Benevento e Caserta ai piedi del Monte Mutria.

 

 In particolare, dopo Cerreto Sannita, sono salito a Cusano Mutri, dove tra l'altro aleggiava un piacevole odore di porcini mutuato dalla notevole "Sagra dei Funghi", in corso in questo periodo.

 

 

Data l'occasione, chiese aperte e sorprese a ogni angolo. In particolare impressiona un misconosciuto capolavoro ligneo seicentesco (che, a detta dei locali, pare abbia colpito anche Sgarbi che, non si sa come, passò di qui) nella parrocchiale di San Pietro e Paolo: una grande pala scolpita dominata in alto dal Padre Eterno e tutta una serie di santi e figure sacre. Al centro, in una nicchia, troneggia il busto di Santa Chiara ricordando colei che donò l'opera alla chiesa, la marchesa Chiara Origlia. L'opera fu compiuta da mastro Domenico de Luca nel 1661.


Nelle viuzze del borgo spunta intanto una faccia enigmatica.


 

 

Salgo poi a Pietraroja, paesino solitario  e deserto nell'ora prandiale, che qualche notorietà nazionale ebbe quando qui, nel 1980 fu rinvenuto un cucciolo di dinosauro, subito ribattezzato "Ciro". Ma a me interessa un'altra tipicità. Decisamente, e non poteva essere altrimenti, "di nicchia". "Tuzzulate e vi sarà aperto" si legge su un portone. Si bussa così con un certo rispetto. E si apre un celestiale scrigno... la gemma è il prosciutto di Pietraroja, rigorosamente da tagliare al coltello, dall'aroma che riflette un territorio ruspante e incontaminato. 

 



 

Ma, senza lasciarci travolgere troppo dal gusto,  anche il borgo, quasi quintessenza del paesini del Meridione,  merita una passeggiata. In alto, la chiesa di Santa Maria Assunta mostra uno "zoologico" portale romanico... contrappuntato, di fianco, da una lapide che riporta a tempi "eroici" ed "elettrici" impressi nella pietra dallo zelante arciprete Lorenzo de Carlo dopo la visita del Principe Umberto di Savoia.

 


 

Lasciata Pietraroja "festante", si fa per dire, fantastica salita superpanoramica attraverso la "Bocca di Selva" (1393 m) nella solitudine più totale e discesa verso il lago carsico del Matese in un paesaggio che più bucolico non si può. E direi che della giornata si può essere soddisfatti...







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