mercoledì 11 gennaio 2023

Apricale: oscuri anditi e una bicicletta verso il cielo

Le caratteristiche sono quelle comuni a tanti borghi dell'entroterra ligure, ma Apricale (Im) quasi le esalta: il dedalo di carrugi raggrumano più che mai su se stesso l'abitato,  oscuri anditi che si aprono improvvisamente alla vista sembrano attirare il viandante verso un alcunchè di ignoto e arcano, antiche scritte riportano a un passato agreste... e forse non è un caso che nel villaggio risieda un prodigioso, a quanto si dice, rabdomante.





 

Ma Apricale è anche luogo di contrasti, dove gli ombrosi carrugi pare vogliano dissimulare la felice esposizione del luogo, nomen omen, dove il castello si chiama "della Lucertola", quasi che le sue annose pietre anelino spasmodicamente verso il benchè minimo raggio di sole e dove la piazzetta ai piedi del maniero pullula di turisti ad onta del silenzio che avvolge il resto del borgo. 


 
 

Per non parlare dell'immaginifico "monumento" che può sfuggire a distratte occhiate... una bicicletta che rimonta la cuspide del campanile, ricavato peraltro dall'ultima torre superstite del castello, lanciandosi, libera e senza guida, verso l'azzurro del cielo.

 

Si tratta dell'installazione (datata 2000) dell'artista Sergio Bianchi dal titolo "La forza della non gravità"...  da allora rimasta,  come nuovo simbolo di Apricale, a rimarcare da un lato la potenzialità dell'osservazione estemporanea della realtà e dall'altro quell' irresistibile impulso che a volte ci lancia verso traguardi apparentemente impossibili.

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