Vagabondando
nelle montagne intorno all’Aquila e capitando un borgo medioevale di poche anime, Bominaco, a quasi mille metri
di altitudine, mai potevo aspettarmi che un semplice cartello turistico potesse presupporre una doppia, anzi tripla
sorpresa. La prima è, intanto, che il complesso monumentale indicato in realtà svela,
tra il fitto delle selve, due chiese, Santa Maria Assunta e San Pellegrino; la
seconda è che una targhetta all’entrata del complesso, chiuso, indica un numero
di telefono per visite guidate… fantastico!… Il bello è che nel giro di pochi
minuti la guida, autoctona, è lì a tua disposizione. Beh, che volere di più? …
La terza è che, ad onta dell’impressione esterna delle due chiese, molto simile
a tante altre che si incontrano nell’Italia centrale, all’interno ci sono
particolarità eccezionali. Mentre San Pellegrino pare sia stato fondato
addirittura da Carlo Magno, di passaggio da queste parti, la chiesa benedettina
Santa Maria Assunta, iniziata alla fine dell’anno mille secondo i canoni
classici dell’architettura romanica, svela una eccezionale decorazione lapidea,
dai capitelli a uno sfarzosissimo ambone quasi cesellato, per non parlare -
appoggiato su un leone - di una colonna “cero pasquale” che, in queste
dimensioni, dice la guida, pare non abbia uguali…
Ma è
la piccola chiesetta di San Pellegrino che svela un incredibile ciclo di
affreschi, ciò che la fa definire la “Cappella Sistina d’Abruzzo”: oltre a un
elaboratissimo calendario con figure legate a ogni mese, giorni, annotazioni
liturgiche, segni zodiacali e fasi lunari, il ciclo racconta la vita di Cristo,
dal Vangelo dell’Infanzia alla Passione… ma senza Crocifissione perché, dice la
guida, secondo la teologia monastica era la comunità ad attualizzarla
celebrando l’eucaristia, come manca la scena della Resurrezione perché Cristo
risorto è la stessa comunità. Comunque sia, una cosa la lasciare a bocca aperta…
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