mercoledì 27 gennaio 2016

Colloro... il villaggio dove si "respira" una stella

Non sarà famosa come la mitica "route 66" , ma la nostrana (la... metà) "statale 33" del Sempione, voluta da Napoleone per collegare Milano a Parigi, non è che sia da meno in quanto a suggestioni, anzi... Percorrendo il sinuoso solco vallivo ossolano, poco più di 200 metri di altitudine, con ai lati versanti dal notevolissimo dislivello relativo (anche 2000 metri) si ha l'impressione di entrare, quasi di incunearsi, in un piccolo universo montano... A conoscerlo, si rivela un caleidoscopio dalle mille sfaccettature. Non molto dopo il "confine" ossolano di Ornavasso, non si può non notare, sulla destra, un villaggio che si adagia placidamente a mezza costa.


Colloro, frazione di Premosello Chiovenda (Ossola)
E' Colloro,  frazione "alta" di Premosello Chiovenda. Ci sono stato più volte ed è uno di quei classici luoghi dove vale la pena di fare una piccola deviazione, se si ha la ventura di passare da queste parti. Di cose "rimarchevoli" da raccontare il borgo ne avrebbe parecchie.
Una "Carcavegia" di qualche anno fa, falò sul quale si bruciano i fantocci degli anziani del villaggio
 

Forse quella più nota è l'antichissima tradizione della Carcavegia del 5 gennaio, un grande falò propiziatorio, che si effettua contestualmente e in concorrenza con quello del capoluogo comunale Premosello, sul quale si bruciano le effigie del vècc e della vegia, i due più anziani del paese, con tanto di nome sui fantocci sacrificati. Ma è anche una delle porte del Parco nazionale della Valgrande (di cui fa parte), l'area wilderness protetta più estesa d'Italia, che si apre al di là del versante montano. E qui di storie ce ne sarebbero parecchie, dalle gloriose e insieme tragiche vicende della Repubblica Partigiana dell'Ossola a quelle, un po' più vicine a noi (ma ormai neanche tanto) dei montanari che nella stagione estiva "caricavano" gli alpeggi oltre questi quasi inaccessibili versanti, l'ultimo dei quali, "Paulin" Primastesta, nativo proprio di Colloro, si arrese nel 1969, l'estrema estate in cui salì alla sua Alpe Serena "dentro" in Val Grande, suggellando sulla pietra il suo addio.
L'addio nella pietra di Paulin Primatesta (1969)
Di fatto la fine, in questo angolo di Piemonte, di una pastoralità arcaica sostenuta da mezzi empirici, nella durezza di sacrifici oggi inimmaginabili sopportati grazie a un incrollabile e ancestrale tenacia ereditata da generazioni. Girando per Colloro, all'ombra dello svettante campanile della chiesa di San Gottardo, la pietra e il legno si declinano in costruzioni inserite armonicamente nella natura, che non mancano di un tocco di rustica eleganza...

Il campanile della chiesa di San Gottardo
 

Il Monte Ventolaro e la Punta Usciolo da Colloro
Ai lati di un viottolo dal selciato antico (dove si è attardata anche Corinne), si affaccia il portale  di una casa addirittura "santa", lì dove nacque il Venerabile Generoso Maria Fontana... In un'intima "corte" spicca un affresco devozionale che ne ricorda, in breve, il percorso umano che portò il frate molto lontano da qui, nel convento di Amelia, oggi in provincia di Terni.
La casa natale del Venerabile Generoso Maria Fontana
 

Anche Corinne sembra ammirata dal paesaggio...
Leggenda vuole che il sant'uomo, avendo sognato una notte il giudizio universale, si risvegliò poi con i capelli completamente bianchi... doveva proprio essere un bell'incubo coi fiocchi... Tutto il contrario della solarità del suo villaggio natio così pieno di luce, dove, in una sorta di osmosi, sembra quasi si possa respirare l'energia di una stella, la nostra stella, che qui si offre nella sua pienezza, grazie alla generosa esposizione di Colloro: d'altra parte i vecchi dicevano che "una giornata invernale di sole a Colloro è mezza primavera", e una palma "montanara" sta lì a testimoniare che avevano ragione...

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