sabato 4 maggio 2019

Pesariis... il tempo scorre più veloce nel paese degli orologi


Vagando per Pesariis, delizioso villaggio di poche centinaia di anime, annidato nelle montagne carniche (Udine), conosciuto come il “paese degli orologi”, ritornano in mente le parole di un acutissimo intellettuale e scrittore elvetico, Mattia Cavadini: “La certezza è che, come già diceva Heidegger, il tempo si temporalizza solo nella misura in cui ci sono esseri umani. In altre parole, la certezza è che il tempo sta tutto e solo nella mente umana: non è reale, ma cerebrale. L’interrogativo dunque è il seguente: se il tempo non esiste, perché incide in maniera così profonda sull’esistenza degli uomini, determinandone le emozioni, l’identità e il dolore?”. Arduo rispondere… ed è possibile uscire, in qualche modo dalla dimensione tempo? A Pesariis non sembra proprio. Anzi, la misurazione del tempo qui, nelle viuzze del paesino, la fa da padrone: orologi, meridiane, ingegnosi e sorprendenti meccanismi e anche un interessante museo a tema.



Tutto nasce dal fatto che questa è la patria di un’antica e gloriosa dinastia di fabbricanti di orologi, i Solari (poi “emigrati” a Udine) che fin dal XVIII secolo si illustrarono in un’industria che si fece conoscere in tutta Italia (moltissimi orologi di stazioni ferroviarie, di uffici pubblici, oltre che di torri e campanili, “parlano” tuttora friulano) e nel mondo. Non si può che rimanere ammirati dall’iniziativa di questa frazione del comune di Prato Carnico, tuttora in itinere, che costella attualmente il paese di dodici “tappe” di misurazione.

Un percorso che sembra attirarti misteriosamente… forse perché, in montagna, il tempo scorre più veloce a causa di quel potenziale gravitazionale previsto dalla teoria della relatività e dimostrato anche dagli orologi atomici posti a differenti altitudini? Certo, saranno pure nanosecondi, qualcosa che sfugge ai nostri limitati  sensi, forse lontanamente percepibile in arcane e intimissime sensazioni, però questa è un’altra condizione che mette in crisi la convenzionale concezione del tempo. Ma ‘sto tempo esiste o non esiste? Si può uscire dalla sua tirannia? Cavadini suggerisce di andare oltre le logiche dell’io, là dove il tempo è permeato dall’eterno, assumendo alcuni distici del “Pellegrino cherubico” del poeta mistico tedesco Angelus Silesius:
Uomo, se proietti il tuo spirito oltre spazio e tempo
in ogni istante puoi essere nell’eternità.

Eternità son io stesso, quando abbandono il tempo
e me in Dio e Dio in me raccolgo.

Tempo è come eternità, eternità come tempo,
se non sei proprio tu a fare la differenza.

Sei tu a fare il tempo! Son i sensi le sfere dell’orologio:
arresta il bilanciere, e il tempo non c’è più.

Prima ancora che io fossi, ero Dio in Dio
e ancora posso esserlo, se son morto a me stesso.

Quando mi perdo in Dio giungo di nuovo là
dove prima di me fui dall’eternità.

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