Anche
un paio di letterine possono fare la differenza... Nell'Italia degli
ottomila comuni, dell'orgogliosa rivendicazione di tradizioni locali,
del guardarsi in cagnesco tra dirimpettai, non possono certo mancare
dispute di campanile su un patrimonio di grande importanza nel nostro
pese come quello del cibo. Lotte al coltello (e anche... alla
forchetta, al cucchiaio e cucchiaino) per dimostrare di essere
migliori del proprio vicino.
Partiamo dalla Svizzera... Cosa c'entra
la Svizzera? Ebbene, anche nella vicina Confederazione le "frammentazioni"
non mancano, figlie naturali della plurinazionalità e del
multilinguismo. Una di queste divisioni, la più nota, quella tra la
Svizzera tedesca e la Svizzera francese ha preso il nome, guarda
caso, dal tipico piatto a base di patate della regione germanofona, i
rösti.
E quel solco, il rösti-graben
(fossato del rösti)
- citato spesso dai media per rimarcare differenze più o meno
sensibili tra le due etnie maggioritarie in Svizzera, dal punto di
vista della mentalità o delle scelte elettorali o politiche -
addirittura si identifica in un "confine"
geografico che corre lungo la valle del fiume Sarine (in tedesco Saane) nel
canton Friburgo (ovviamente bilingue). Detto questo, e prendendo a prestito la vicenda, quanti graben,
grandi o piccoli, profondi o meno, abbiamo in Italia nel segno del
cibo e delle preparazioni gastronomiche? Domanda a cui davvero è
impossibile rispondere. Mi limito a citare quello di mia diretta
conoscenza, il "paniscia-graben" che vede contrapposte fieramente
due comunità (ovviamente) assai vicine: Novara e Vercelli. A Novara
si fa la paniscia,
a Vercelli la panissa, entrambi
gustosi primi della tradizione culinaria popolare a base di riso.
Ora, andando a spulciare qua è là in rete si leggono ricette, in
entrambi i casi, con mille varianti (come spesso succede per
preparazioni non “codificate”) e pareri, più o meno dotti, sulle
similitudini o le differenze di questi due piatti.
Addirittura alcuni
autorevoli esperti sostengono, a torto, che due risotti siano
sostanzialmente uguali. Affermazione quanto mai blasfema sia alle
orecchie di un novarese che di un vercellese. Quali sono le
differenze dunque? Tenuto conto dei segreti personali di ogni chef o
casalinga/o, e quindi senza sconfinare nel "campo minato" della
preparazione e dei dettagli, soprattutto riguardo al soffritto (in
genere lardo e salam d'la
duja,
ovvero salame sotto grasso a Vercelli, lardo e mortadella di fegato, a Novara) la panissa
vede, tra gli ingredienti aggiuntivi al riso, la presenza
preponderante dei fagioli; nella paniscia
trovano posto invece più verdure in diversa quantità, come
verze, sedano, porri e, secondo i gusti personali, altre ancora. Si
dirà, ben poca differenza. E invece no! Un palato appena attento
coglie senz'altro una sensibile diversità nel gusto. Ma tornando al nostro "paniscia
graben", anche quest'ultimo può coincidere con un elemento
geografico, nella similitudine con l'omologo elvetico? Al posto del fiume Sarine, potremmo metterci, a questo
punto, un altro fiume, il Sesia (che guarda caso a Vercelli chiamano
diversamente: "la Sesia" e, in passato, è stato davvero un
confine storico) che separa grosso
modo le
due province, contrapposte peraltro, come si conviene al "dna
italico", da accese e antiche rivalità, soprattutto nei vicinissimi capuologhi. Ma, così come succede in Svizzera per il rösti-graben,
è una scelta per comodità e convenzione, proprio perché esistono
aree di "ibridazione"... senza contare che nella vicina Valsesia
esiste pure, sempre a base di riso, la panizza. Una
domanda però rimane nella… fondina: quale delle due preparazioni è
la più buona? De gustibus, anche se, ovviamente per spirito di campanile, la mia scelta non può
essere che una... e, per me, ciò che dà quel tocco in più nel
legare ed esaltare al meglio tutti gli ingredienti è l'umilissima
verza, meglio se già ammorbidita dalle prime brine invernali. A
proposito, per assaggiare una vera paniscia novarese dove andare? Al
di là delle rivisitazioni della ricetta popolare di luoghi più o
meno chic, preferiamo una versione ruspante come quella dell'osteria
dei Gatt di Lumellogno, frazione "contadina" di Novara. Paniscia
e panissa: anche un paio di letterine possono fare la differenza...
Spighe mature di oryza sativa, il riso |
Paniscia novarese dell'osteria dei Gatt di Lumellogno (Novara) |
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