Trovare
una piccola falla nelle articolate e illimitate informazioni della rete
su uno degli innumerevoli interrogativi che possono balenare
improvvisamente in mente è quasi
impossibile. Forse, e sottolineo forse, sono riuscito nell'impresa, mettendo ovviamente in conto di essere clamorosamente smentito.
Non ho finora trovato traccia infatti di un'ipotetica classifica dei
torrenti più lunghi d'Italia. Lacuna di "enorme" importanza (... si fa per dire, eh!) scoperta grazie a quella punta di spirito
campanilistico che alberga in ogni italiano. E chi occupa - secondo me - al primo posto, ovviamente è delle mie parti...
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Il torrente Agogna presso la sua confluenza nel Po |
Il torrente in
questione si chiama Agogna e scorre tra Piemonte e Lombardia,
attraversando le province di Novara, un "pezzettino" di Vco, e di Pavia, raggiungendo la ragguardevole
lunghezza di 140 km, dalle sorgenti alle falde del Mottarone fino
alla sua confluenza nel grande Po. Per la verità se andiamo a vedere la
classifica dei fiumi d'Italia, l'Agogna è inserita al 28° posto
assoluto... ma allora è un fiume? Assillato da questo amletico
dilemma, cui tenterò di dare una risposta definitiva nella
prossima puntata, mi sono messo in mente di seguire o meglio di
inseguire il corso del torrente a ritroso, saltabeccando qua e là e risalendo
fino al suo scaturire... così, tanto per togliere un po' di anonimato al
corso d'acqua più tipicamente legato ai miei campanili. Scoprendo
che poi così anonimo non è.
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Nei pressi di Balossa Bigli... |
In un'estate
pazzescamente calda, sfidando zanzare e moscerini di ogni specie,
cartina alla mano, ho cominciato quindi dal fondo, presso un
piccolissimo villaggio dal nome improponibile: Balossa Bigli (frazione di Mezzana Bigli) in provincia di Pavia, sulle rive del Po.
E' lì, quasi mimetizzata in un boschetto, che si raggiunge, con un
po' di fatica, la confluenza dell'Agogna nel Po. Confluenza quasi
timida, al cospetto del grande fiume.
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... l'abbraccio col grande fiume |
Eppure ci fu un periodo della
storia in cui, geo-politicamente parlando, il piccolo torrente visse
un attimo di notorietà: quando, in epoca napoleonica, a qualcuno venne
in mente di battezzare le divisioni amministrative con i nomi dei
corsi d'acqua, noti o meno noti che fossero.
Ed ecco, tra il 1800 e
il 1814, la stagione del Dipartimento dell'Agogna, territorio che comprendeva le
attuali province del Vco e di Novara e parte di quella di Vercelli e
di Pavia.
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L'Italia napoleonica dei dipartimenti "fluviali" |
Chissà perché "Dipartimento dell'Agogna" e non del - ben
più importante - "Ticino"?
Mentre mi pongo questo interrogativo senza
risposte, vagando tra le stradine della plaga risicola Lomellina e
risalendo il corso d'acqua, incontro un piccolo gioiello
architettonico - ovviamente chiuso - che quasi si appoggia sulle sue rive: la Pieve di
Velezzo con il battistero romanico del XI secolo, non a caso situato
vicino all'acqua. Non lontano da questo luogo dimenticato, il paese di Lomello, che dà nome
a questa terra, con il complesso monumentale di Santa Maria comprendente la
basilica e un altro magnifico battistero paleocristiano.
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Tra le risaie e il torrente, la Pieve di Velezzo |
Non male le
sorprese dell'Agogna...
Si prosegue verso nord
con una quasi impercettibile salita verso la pianura novarese, dove
l'Agogna scorre libera, capace di sorprendere la campagna con le sue impetuose
piene, erodendo inesorabilmente rive che si rivestono di inusitata wilderness, se si pensa che si è a pochissimi chilometri
da Novara.
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L'Agogna a Monticello, a pochissimi km da Novara |
Già, il centro più importante lambito dal torrente. Quell'Agogna amatissima dai novaresi, specie quelli "di una certa età" che
ne esaltano, un po' nostalgicamente, lontane stagioni di rinfrescanti
bagni estivi, pesche miracolose, amori adolescenziali sbocciati sulle
sue rive e, addirittura, presunte saluberrime proprietà... se è vero
che qui sorgeva una colonia elioterapica per i bambini, attiva
addirittura ancora per molti anni nel dopoguerra.
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La colonia elioterapica, come si presenta oggi |
A
proposito, mettendo al bando i sentimentalismi, e tornando al dilemma
di partenza, non posso non notare che fino a questo punto in tutti i
luoghi dove ho varcato ponti sull'Agogna, i cartelli toponomastici
non hanno avuto dubbi: "Torrente Agogna". Del resto anche su
tutte le cartine moderne non ho mai trovato associata la definizione "fiume".
Bene, 1 - 0 per l'Agogna come torrente più lungo d'Italia, anzi 2 - 0 (tenendo pure conto che scorre proprio dietro
lo stadio intitolato a Silvio Piola). Proseguo nella mia ricerca puntando decisamente verso
nord, nell'alta pianura novarese, dove già si intuisce nettamente, malgrado la foschia, la
vicinanza con le montagne. L'Agogna scende con un fare tipico da
understatement piemontese, tenendosi a "distanza di sicurezza"
dalle principali direttrici stradali, quasi a voler ricordare i tempi
di antichi guadi ormai scomparsi e ritornando "protagonista"
solo a Borgomanero, dove si insinua nel centro della cittadina, ormai
in vista del Mottarone. Poco più in là, il paese di Briga Novarese,
dove mi attende una sorpresa, un po' sgradita.
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