Pettenasco (Novara) sulle rive del Lago d'Orta |
Il monumneto ai caduti della Guerra '15-'18 a Pettenasco |
…
Eleanor Rigby,
picks up the rice
In
the church where a wedding has been
Lives
in a dream
Waits
at the window, wearing the face
That
she keeps in a jar by the door
Who
is it for...
(…
Eleanor Rigby raccoglie il riso/ nella chiesa dov’è c’è stato
un matrimonio/ Vive
in un sogno/Aspetta alla finestra, indossando la faccia/ che conserva
in un vaso accanto alla porta/ per chi è...)
Antonio,
Giulio o forse Carlo (nessuno lo saprà mai) era il promesso sposo di
Assunta, che non tornò, morendo, come tanti altri giovani, nelle
trincee del Carso. Gli fu sempre fedele nello spirito e rifiutò
qualsiasi altra relazione, consegnandosi a una vita di intensa,
intima solitudine, pur dimostrandosi una persona di grande
generosità, sempre votata agli altri.
Finita
la guerra, ad Assunta non restò altro che andare a servizio, e la
scelta cadde sulla neonata famiglia di un giovane notaio di Armeno,
un paese vicino, che si era da poco sposato con una bella ragazza di
Pettenasco nella magnifica parrocchiale romanica del paese. La parrocchiale romanica di Armeno (Novara) |
La famiglia del sciur nudar, primo in alto a sx, in una foto di fine anni '20. Assunta è la penultima della fila |
La
sua vera famiglia divenne così quella del notaio, anch'essa
attraversata da momenti non certo felici, come l'inspiegabile morte
di un figlio tredicenne, drammatiche vicende nella guerra partigiana
e la precoce vedovanza del notaio.
In
quella casa rimasero dunque solo in due, Assunta e il “signor
notaio”, come lo chiamava lei. E Assunta gli si dedicò tutta, fino
alla sua morte, vera badante “ante litteram” negli ultimi anni,
oltre a essere stata ottima cuoca e anche, per quel che le poteva
consentire la sua modestissima istruzione, perspicace assistente
notarile. Fedeltà, dedizione assoluta a un uomo che, nel frattempo,
per troppa generosità era finito in condizioni economiche non certo
floride.
E, alla fine, in quella casa che aveva visto tanta vita,
rimase l'ultima custode di cose e memorie. Ad onta di una salute
malferma e di problemi alla vista. Sola, coraggiosa, in compagnia
degli amatissimi gatti che battezzava coi nomi più strani, Minin,
Minussi, Rutusc, Rutuscin... e
quando andavi a trovarla sembrava sempre aspettasse con ansia
qualcuno.
La casa del "signor notaio" |
Una
volta suonato il campanello, si vedeva una figura un po' malferma,
vestita umilmente, appropinquarsi nel giardino per accertarsi chi
fosse. La rivedo così, con una mano sugli spessi occhiali a
ripararsi dai raggi del sole e a tentare di scorgere meglio. Una
tazza di tè, un “Amaro Cora” per mio padre, mentre scoppiettava
il fuoco nel camino. Un fuoco che lei sapeva trattare con gentilezza,
quasi ringraziandolo e... se proprio non si attizzava, allora bastava
un soffio, una flebile sibilo con la bocca, continuo e quasi
musicale, a ravvivare prodigiosamente la fiamma.
Per me bambino quella era (e rimane) una magia che invano tentavo di imitare. E poi si andava via con negli occhi la sua innata signorilità, la sua educazione e il suo dolce sorriso. Così per anni, fino a quando ormai quasi cieca, tornò a vivere con la sorella nella natia Pettenasco portandosi dietro l'ultimo gatto, il fedele Menelik, e spegnendosi in silenzio, senza disturbare nessuno. Assunta... quel tipo di persone, eroiche in una vita semplice, vissuta in pieno, con un amore che traspariva dai gesti, dalle parole... persone che passano silenziose, di cui nessuno si ricorda, ma se si ha la fortuna poterlo fare, la traccia che ti lasciano è indelebile. Assunta adesso vive in un sogno e aspetta... e forse Antonio, Giulio o Carlo arriverà, questa volta...
Assunta, come la ricordo io |
Per me bambino quella era (e rimane) una magia che invano tentavo di imitare. E poi si andava via con negli occhi la sua innata signorilità, la sua educazione e il suo dolce sorriso. Così per anni, fino a quando ormai quasi cieca, tornò a vivere con la sorella nella natia Pettenasco portandosi dietro l'ultimo gatto, il fedele Menelik, e spegnendosi in silenzio, senza disturbare nessuno. Assunta... quel tipo di persone, eroiche in una vita semplice, vissuta in pieno, con un amore che traspariva dai gesti, dalle parole... persone che passano silenziose, di cui nessuno si ricorda, ma se si ha la fortuna poterlo fare, la traccia che ti lasciano è indelebile. Assunta adesso vive in un sogno e aspetta... e forse Antonio, Giulio o Carlo arriverà, questa volta...
Nessun commento:
Posta un commento