A volte la
natura si prende la rivincita sugli interventi umani. Altre volte
succede il contrario: è l'uomo che, proditoriamente, restituisce lo
sgarbo... magari anche in maniera incomprensibile.
Nei pressi
di Castellazzo Novarese, nel bel mezzo delle risaie, resiste da tempo
immemorabile una solitaria costruzione semidiroccata.
Cosa fosse in
passato ormai nessuno se lo ricorda più. Un semplice cascinotto,
un'abitazione rurale o un deposito di attrezzi agricoli... certo è
che negli anni deve aver visto passare dentro e intorno a sé tante
storie. Io la conosco come soggetto fotografico amato da molti per
quel suo "essere" immutabile in mezzo allo scorrere della stagioni, con
alle spalle la scenografica quinta delle Alpi Occidentali. Anzi no,
tutt'altro che immutabile perché nei decenni - da quando il tetto
aveva ceduto all'incuria - al suo interno era cresciuta, rigogliosa,
una pianta di ciliegio selvatico. Per me è sempre stata la "Casa
dell'albero", semplicemente, non andando più di tanto ad indagare
cosa fosse, di chi fosse, perché fosse stata abbandonata. Misteriosa
e bella da vedere, nella sua "rinaturalizzazione", con quella
pianta fiorita che ne segnava ogni primavera in più. E, attorno, le
risaie che si adeguavano alla mise paesaggistica
stagionale nei loro cambiamenti cromatici.
... inverno
La "Casa dell'albero" - senza albero - come si presenta oggi |
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