Capo Testa (Santa Teresa di Gallura) è uno di quei
posti dove è meglio andare di buon’ora, altrimenti si deve fare i conti con
lotte all’ultimo sangue per un parcheggio e con orde di “cannibali” alla caccia
di un posto al sole nell’ultimo lembo di spiaggia disponibile. Fatto questo, il
luogo (un promontorio che, di fatto, è un'isola) ti ripaga immediatamente con la sua anima “granitica” declinata in un
caleidoscopio di figure e strane forme modellate dagli elementi che lasciano
spazio alla fantasia di ognuno nel battezzarle con un nome. Su alcune, però, l’immaginazione
potrebbe essere quasi univoca: “l’alieno”, “il monaco”,
“la cascata di pietra”, “il gabbiano infelice”… a dominare il tutto il biancore del silente faro (come
tutti i suoi “fratelli” ormai automatizzato) e, intorno, un mare da favola.
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