E'
sempre bello poter sfiorare con le proprie mani opere d'arte, anche
se sono, per così dire, "figlie di un dio minore"... ma in fondo
neanche tanto se possono godere di ciò che - l'essere toccate -
forse è un privilegio. Nell'illusione che l'artista, attraverso il
contatto tra l'opera e la tua mano, riesca a comunicarti... qualcosa
in più.
Niente di paranormale, ma una sorta di feeling senza tempo che riesce a darti delle sensazioni inusitate, a volte intuizioni.
Nelle chiesette alpine come quella di San Michele a Formazza, è un'esperienza che si può fare in tutta
tranquillità, nel silenzio riverente dovuto alla lunga teoria di
santi che adorna il piccolo tempio.
Un lindo oratorio seicentesco, da pochi anni ritornato al primigenio splendore grazie a un'ottima opera di restauro.
Gli esempi da seguire, le intercessioni da invocare per il buon cristiano erano (e sono) lì... al fedele la scelta: oltre all'immancabile San Carlo, Sant'Anna, Sant'Antonio, Santa Margherita, San Nicola e tanti altri.
Poi c'è un'immagine di devozione del 1748,
tra le ultime eseguite in ordine di tempo. E' dedicata alla
miracolosa Madonna di Re, in Val Vigezzo, culto diffusissimo in tutta
l'Ossola, ma non solo, testimoniato da una miriade di immagini sacre
che riportano il cartiglio mariano "In gremio matris, sedet
sapientia patris".
Un'immagine consueta per chi bazzica le
chiese di queste valli, tanto che mi sorprende un po' la didascalia
a spiegazione di un'icona sicuramente ben nota ai pii formazzini: "Il
vero ritato della sacratisima Vergine Maria miracolosa nella valle di
Vigezzo in Re". L'evidente particolarità della scritta è che
manca una "r", aggiunta a posteriori, in alto, tra la "t" e
la "a". E qui scatta l'operazione "tattile", nella speranza
che quelle parole possano raccontarmi una storia di oltre 250 anni or
sono. Dietro quelle scritte, quel dipinto, c'era, e c'è, un uomo e
una vicenda. Nel caso concreto certamente una vicenda "minore",
ma che incuriosisce. In realtà l'esperienza mi suggerisce solo
domande. Intanto, fu la stessa mano a dipingere e a incidere la
didascalia? Quasi sicuramente sì, visto la grafia dei caratteri tra
il cartiglio dell'affresco e la didascalia sottostante. E poi, a ben
vedere, anche nel cartiglio c'è un errore in quanto è scritto non
il corretto sapientia ma sapiencia. Il "nostro" artista quindi era sicuramente più a suo agio nel dipingere.
Niente di paranormale, ma una sorta di feeling senza tempo che riesce a darti delle sensazioni inusitate, a volte intuizioni.
L'oratorio di San Michele a Formazza |
Un lindo oratorio seicentesco, da pochi anni ritornato al primigenio splendore grazie a un'ottima opera di restauro.
Gli esempi da seguire, le intercessioni da invocare per il buon cristiano erano (e sono) lì... al fedele la scelta: oltre all'immancabile San Carlo, Sant'Anna, Sant'Antonio, Santa Margherita, San Nicola e tanti altri.
Il piccolo tempio formazzino con il suo pregevole ciclo di affreschi sei-settecenteschi |
Il "ritratto" della Madonna di Re |
La didascalia "incriminata" |
Un antico catechismo bilingue in uso nelle valli walser |
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