Esiste
un turismo sportivo ma pure (è un po' da malati, lo ammetto) un
turismo degli impianti sportivi. Ma l'esperienza che voglio
raccontare personalmente trascende in qualche cosa di più. Siamo
nell'alto Canton Ticino, quasi ai piedi del passo del San Gottardo.
Insomma, a pochissimo dal “cambio di lingua”: dall'italiano al
tedesco del canton Uri. Tra due cortine di monti, la lunga Val Leventina sembra volersi incuneare nel cuore della Svizzera, solcata
da una delle principali direttrici nord-sud europee, con autostrada
e linea ferroviaria internazionale … e, tra poco, con gli
incredibili 57 km del tunnel di base del San Gottardo, ormai quasi
pronto. L'appuntamento
è alla sera, come si conviene con un'innamorata. In genere fa un po'
freddo, la nostra meta infatti è circa sui “mille” sul livello
del mare, metro più metro meno.
Il
posto? Già, dimenticavo, un minuscolo borgo alpestre che di nome fa
Ambrì che, insieme al contiguo villaggio di Piotta, va a costituire
una delle più incredibili realtà mondiali dello sport
professionistico e, nello specifico, dell'hockey su ghiaccio, appunto
l' "Ambrì-Piotta".
E
cominciamo con le particolarità: i due piccoli agglomerati non sono
neppure comune, facendo capo al municipio di Quinto, centro che,
contando tutte le altre frazioni, arriva a superare di poco i 1000
abitanti. Ebbene
l'Ambrì-Piotta, fondato nel lontano 1937, è regolamente presente nel
massimo campionato elvetico, torneo tra l'altro di grande prestigio a
livello europeo. Dalla collocazione geografica consegue che i tifosi
dell'Ambrì siano (quasi) tutti sempre in trasferta, breve o lunga che
sia. Infatti la squadra conta supporter in un po' tutte le parti della
Confederazione e anche in Italia e in Europa. Perché tanto eterogeneo e incrollabile affetto? Forse
il fascino del piccolo Davide che lotta contro i vari Golia o forse
altro, chissà. Il fatto è che i tifosi dell'Ambrì non demordono mai, a
onta delle prevedibili difficoltà proprie di un club di una regione più
che periferica alle prese con il mondo dello sport professionistico e
con lo strapotere economico dei club "cittadini" (Berna, Zurigo, Lugano,
Zugo, Ginevra ecc).
Ma
torniamo alla sera della partita. Tanto per proseguire con le cose
strane, il parcheggio auto è... nel locale aeroporto, "espropriato"
in occasione dei match anche perché, altrimenti, non si saprebbe
proprio dove parare.
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...e l'aeroporto si trasforma in parcheggio |
Già si respira un' atmosfera
mistico-sportiva, accentuata ancor più
se, come accade non poche volte, nevica. Poi un breve percorso a
piedi tra le rustiche casette del villaggio, il sottopassaggio della
ferrovia internazionale (con annesso fiumicello) e... finalmente
(ecco qui l'impianto sportivo) si è davanti alla mitica pista
dell'Hockey Club Ambrì-Piotta, la "Valascia",
a ridosso di un ripido costone boscoso che scende a fondovalle.
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La storica pista della Valascia ad Ambrì |
Pista
vetusta e obsoleta, a confronto di arene sportive (di ogni
disciplina) ormai più simili a salotti o destinate a esserlo, ma
proprio per questo dall'antico fascino da "posto in piedi per
due ore" e più. Pista che tra qualche anno sarà
(purtroppo o per fortuna...) soppiantata da un nuovo impianto al
passo con i tempi. La Valascia, lo "spirito" della
Valascia, si compenetra quasi nella squadra sportiva, i "Biancoblu",
sorretti sempre da un tifo quasi commovente, anche nei momenti più
bui. L'Hcap non
ha mai vinto un titolo svizzero, eppure la pista (6500 posti, ovvero
sei volte gli abitanti di Quinto) è sempre molto frequentata (anche
da tantissimi bambini e famiglie) ed entusiasta. L'esperienza
tifo-sportiva non può prescindere da un must durante
gli intervalli della partita di hockey: un
imperdibile bratwurst caldo
con senape, accompagnato da una birra. E alla fine, se si vince,
tutti insieme a cantare l'inno dell'Ambrì-Piotta, che non può
essere altro se non la popolarissima "Montanara" di
Toni Ortelli... un'esperienza da brividi! Tutto questo per dire che
la squadra dei due piccoli villaggi di montagna, è forse l'ultima
che si percepisce quasi con "un'anima" in un contesto
sportivo a livelli di èlite sempre
più schizofrenico. D'altra parte sono gli stessi giocatori che hanno
vestito anche per poco tempo la casacca biancoblu a definire come
indimenticabile e unica l'esperienza in questa piccola-grande
squadra.
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Una formazione dell'Ambrì-Piotta sotto la curva sud |
Resta
da dire che cosa mai mi abbia condotto ad Ambrì... sarebbe una
storia lunga da raccontare, ma diciamo che, anche nel tifo, alle
ragioni del cuore è molto difficile resistere.